Parità e sicurezza sul lavoro
Il concetto di rischio e le necessarie valutazioni sul luogo di lavoro possono avere percezioni diverse in base genere, alle capacità cognitive e intellettive di ognuno. Approfondisci il tema in questo interessante articolo.
Un fattore da non sottovalutare nel momento in cui si effettua la valutazione del rischio è la percezione soggettiva che si ha del rischio. Ogni individuo, infatti, possiede una propria percezione del rischio la quale può essere influenzata da fattori individuali, sociali e culturali.
Coloro i quali si occupano di salute e sicurezza sul lavoro dovrebbero riuscire ad avere una visione più ampia del concetto rischio, che vada oltre la mera fisicità ed essere pronti a riconoscere e comprendere le differenze individuali nella percezione del rischio che potrebbe costituire una chiave di lettura per l’implementare strategie di gestione del rischio e per la promozione di una cultura della sicurezza che risulti più efficace all’interno dei luoghi di lavoro.
La diversa percezione influenza inevitabilmente i comportamenti e gli atteggiamenti dei lavoratori avendo conseguenze sulla sicurezza positive o negative. Spesso le aziende si trovano a sottovalutare queste differenze e di conseguenza lavoratori e lavoratrici sono esposti a pericoli e rischi correlati al carico di lavoro e allo stress.
La ricerca in questo campo è ancora in via di sviluppo quindi non si parla in termini assoluti e definitivi ma le prime ricerche evidenziano diversità rilevanti nel processo di valutazione e percezione che lavoratori e lavoratrici hanno del rischio che riguarderebbero la stima di probabilità che un evento si verifichi e la stima della gravità delle conseguenze di un evento negativo. Questa differenza è rivelata da un atteggiamento più cauto e conservativo nella donna piuttosto che una tendenza a sottostimare la probabilità del verificarsi di un evento negativo che può essere osservata nell’uomo.
Oltre alle caratteristiche fisiche e biologiche che vi sono tra gli individui, che si tratti di uomini o di donne, quindi che si va oltre il genere, le differenze possono dipendere da fattori psicologici e cognitivi come l’autostima, i meccanismi di attribuzione causale ma anche l’aspetto sociale dell’individuo. Nello specifico l’autostima potrebbe influenzare la fiducia che ogni individuo ha nella propria capacità di giudizio e di affrontare eventuali rischi mentre il meccanismo di attribuzione come il locus of control definisce la percezione che ognuno di noi ha sul controllo degli eventi.
Infine potremmo pensare alle differenze connesse al genere, all’età, alla provenienza da altri paesi e al molteplice ruolo che ogni individuo vive nella propria vita che potrebbe portare rischi di stress; ad esempio chi vive un duplice ruolo di lavoratore e di genitore o di caregiver potrebbe essere esposto a un rischio di stress causato da una difficoltà a trovare e mantenere un equilibrio tra vita lavorativa e vita privata.
È forse scontato ma è dovere di legge e soprattutto morale garantire un luogo di lavoro sano, sicuro e che valorizzi la persona e la sua vita, che tuteli in equa misura lavoratori e lavoratrici rispetto infortuni, malattie professionali e rischi di stress mobbing e violenze connessi all’attività e contesto lavorativo.
Per fare questo, oltre che seguire le direttive del D.Lgs 81/08, bisogna prestare attenzione agli aspetti legati alla formazione, sensibilizzazione e comunicazione sulle tematiche della salute e sicurezza sul lavoro riconoscendo e comprendendo le differenze individuali al fine di progettare dei piani di prevenzione e intervento che siano meno generalizzati ma più modellati sul lavoratore.
Parlando in termini operativi e concreti potrebbe essere utile tenere in considerazione e inserire nella Valutazione dei rischi le problematiche legate al genere, valutando non solo i rischi legati alla mansione ma analizzando anche il contesto lavorativo in cui viene svolta la stessa e considerando eventuali dinamiche che i lavoratori o le lavoratrici possono vivere.
Sarebbe altresì utile proporre forme e contenuti che sottolineino la gravità delle conseguenze o che aiutino a stimarne correttamente la frequenza degli eventi e le dinamiche che possono innescarli, cosi da provare a ridimensionare la dispercezione che si può avere del potenziale rischio.
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