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NON SOLO IRONMAN

5 Ottobre 2018

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Emozioni, sensazioni e soddisfazioni di una “seconda vita” da atleta
Stefano Riccitelli, Controller Dop Centro-Sud SGB Humangest Holding

Una sera dell’agosto 2017, navigavo sul sito Ironman sull’iPad: qualche Whatsapp agli amici e compagni di squadra ed ecco che con pochi click ti ritrovi iscritto al Campionato Europeo Ironman di Francoforte dell’8 luglio 2018.
Sì, proprio così, una gara durissima e affascinante ti aspetta, hai un anno per prepararla! L’iscrizione è solo un istante, inizia tutta la programmazione di un lungo periodo di allenamenti, lavoro, famiglia e metodo in tutto ciò che si fa dalla mattina alla sera, l’organizzazione delle giornate è tutto, la pazienza e la costruzione, mattone dopo mattone, di un castello fatto di solide basi, ha inizio.
In tutti gli sport, come nella vita, avere degli obiettivi certi e definiti aiuta a essere concentrati. Sapere che nulla si improvvisa ma tutto si può raggiungere con sacrificio e dedizione, la meta ma anche il percorso per raggiungerla, racchiudono sempre grande soddisfazione e senso di appagamento. 
Ritornando all’Ironman, che per chi non lo sapesse o ancora lo non avesse cercato su Google, è una gara di triathlon di 3,8 km di nuoto, 180 km di bicicletta, 42 km di corsa, distanza quest’ultima della maratona, il tutto eseguito con continuità dalla partenza al traguardo. È una gara che si decide di affrontare solo dopo aver preparato altre gare di triathlon su distanze più brevi o sulla metà delle distanze sopra riportate, il cosiddetto Ironman 70.3.
Non ho iniziato un cammino da zero ma proseguo la strada già intrapresa qualche anno fa con un bagaglio di esperienze fatto di gare podistiche e di tre maratone, di nuotate in mare e in piscina e uscite in bici su e giù per l’Abruzzo. Le tre discipline sportive dell’Ironman si distinguono per diverse caratteristiche che ciascuna mette in risalto: quella più tecnica è senz’altro il nuoto, nulla si improvvisa in piscina ma la costanza degli allenamenti ti porta ad acquisire sicurezza e resistenza. Questa è la parte nella quale ho più lacune, non sono velocissimo ma grazie agli allenamenti mi metto in acqua e senza troppa fatica porto a casa la prima frazione.
La bici, invece, è fatta di molte uscite che richiedono tanto tempo. Anche questo implica grande organizzazione nel saper incastrare il tempo dell’allenamento con quello da dedicare alla vita “normale”, soprattutto al sabato e alla domenica per stare in famiglia. Spesso è necessario uscire in bici e rientrare a casa prima che il sole sia alto in cielo e che il più dormiglione dei miei figli si svegli (dimenticavo di dire che ho tre bambini, due gemelli di 9 anni e uno di 7, tanto per non farci mancare nulla!). La corsa, ultima delle tre discipline in gara, la alleno più volentieri e rimane più semplice trovare del tempo utile. Anche quando sono fuori per lavoro, riesco a portare con me un pantaloncino e delle scarpette…dico così probabilmente anche perché è la mia zona di comfort, è la disciplina nella quale riesco meglio. Insomma, credo sia chiaro che un anno di allenamenti non passa rapidamente, i momenti “no” sono tanti, come ci sono quelli di carica, è normale attraversare diverse fasi, sia psicologiche che fisiche. Il corpo e la mente spesso si muovono insieme, se mi alleno bene sto bene con me stesso e con gli altri, sul lavoro e a casa, sfido chiunque a dire il contrario.
Infine, il racconto della gara che nel mentre è arrivata, è il culmine di questo breve articolo ma durante le tantissime ore che ho impiegato per diventare un “IRONMAN FINISHER” e appendere una medaglia gigante al collo, mi sono goduto ogni singolo secondo, ogni sguardo e applauso degli spettatori lungo il percorso, ogni goccia d’acqua bevuta. Sembrerà sciocco dirlo ma la gara è solo il mettere in pratica quello che è stato preparato con tanta attenzione, è la parte più facile. Avete capito bene, è come fare un esame dopo aver studiato, l’esame vola via in un attimo, restano i mesi di studio fatti per arrivare a sedersi davanti alla commissione. 
Ci tengo anche a sottolineare che il triathlon non è uno sport individuale, la squadra fatta di amici ti fa compagnia durante tutto il percorso di preparazione, ci si allena assieme, ci si supporta e si condividono le sensazioni, ci si incoraggia a vicenda durante la gara. Voglio chiudere ricollegandomi a quanto scritto nelle prime righe: tutto si costruisce, si programma, ci si misura con se stessi e si raggiungono gli obiettivi solo se ci si prepara: facendo così, riesco a godermi le gare sportive, trascorrere momenti felici con la famiglia e con gli amici, lavorare con passione!
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