AI a lavoro: cosa ne pensa la GenZ
Più affascinati o intimoriti? Scopriamo dalla GenZ e Millennial Survey di Deloitte cosa pensano le nuove generazioni di lavoratori dell’intelligenza artificiale generativa.
Come spesso accade, il timore di qualcosa è spesso collegato ad un’incertezza di fondo, determinata dall’assenza di prevedibilità, conoscenza e controllo. Ecco perché i risultati della tredicesima edizione della GenZ e Millennial Survey di Deloitte non ci sorprendono affatto.
Lo studio, condotto su un campione di oltre 14mila GenZ e 8mila Millennial in 44 paesi in tutto il mondo, indaga per la prima volta anche sulla percezione dell’Intelligenza Artificiale Generativa (quella, per intenderci, che è alla base di Chat GPT e che consente di generare testo, immagini, o altri media dietro l’invio di determinate richieste, dette prompt) oltre che su temi ampiamente dibattuti come il lavoro, il costo della vita, il cambiamento ambientale e la salute mentale.
Al contrario di altre generazioni, quelle oggetto di studio da parte di Deloitte si dimostrano meno intimorite dall’intelligenza artificiale, al contrario, sfruttandone le potenzialità e percependone i vantaggi, la credono uno strumento ancora poco integrato nei processi delle organizzazioni, considerandola una vera e propria risorsa in grado di migliorare l’equilibrio tra vita professionale e personale, svolgendo diverse attività in modo veloce e pratico, che invece a noi umani costa tempo, tempo che potremmo dedicare ad attività più strategiche e creative.
«I giovani italiani continuano a dimostrarsi più sensibili della media globale rispetto alle preoccupazioni economiche e all’urgenza della sfida climatica», commenta Fabio Pompei, Ceo di Deloitte Italia. «Molti degli intervistati si dicono disposti a cambiare abitudini di consumo e dichiarano di scegliere prodotti e servizi in funzione del loro impatto ambientale. Le aziende devono sintonizzarsi con questa nuova sensibilità, che di anno in anno si è consolidata e ci mostra la profondità del cambiamento culturale avvenuto sul tema della sostenibilità ambientale e sociale. Molto interessante anche il percepito sulla Generative AI: dalla survey emerge un gap tra chi la usa di più – e si dimostra consapevole delle sue potenzialità eccezionali – e chi, invece, si sente ancora “confuso” o “incerto”».
Quali emozioni suscita in te l’intelligenza artificiale?
👇 Secondo la GenZ
👇 Secondo i Millennial
💡 Quanto utilizzi l’intelligenza artificiale a lavoro?
Risponde SPESSO il 16% degli intervistati GEN Z e l’11% degli intervistati Millennial
💪 Quali sono le implicazioni di maggior rilievo in ambito lavorativo?
Secondo il 47% della GenZ e il 39% dei Millennial l’AI Generativa può essere utile per “liberare tempo e migliorare il work-life balance”
Secondo il 46% degli intervistati GenZ e il 41% dei Millennial l’Intelligenza Artificiale Generativa potrebbe “richiedere una riqualificazione professionale e impattare sulle decisioni di carriera”,
Secondo il 55% della GenZ e il 52% dei Millennial la GenAI potrebbe “causare l’eliminazione di posti di lavoro”.
Infine il 43% della GenZ e il 34% dei Millennial non pensa di essere adeguatamente formato sulle potenzialità offerte dall’intelligenza artificiale.
Quello di Deloitte è senza dubbio un osservatorio privilegiato, che ci consente di comprendere quanto da una parte la generazione dei “nuovi lavoratori” siano affascinati da una parte e intimoriti dall’altra.
Il fascino si dichiara nella possibilità di automatizzare task per cui non è richiesto il brillante utilizzo del cervello umano, il timore nell’eventualità di essere rimpiazzati e di non essere in grado di comprendere davvero quale sia il miglior utilizzo della GenAI perché non adeguatamente istruiti.
Alle aziende il compito dunque di formare, informare, ispirare e tutelare le potenzialità dell’intelligenza umana: quella di cui nessuno può fare a meno.
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